L'Amazzonia sta morendo: ultimo appello!
L' Amazzonia è la foresta pluviale più grande del nostro pianeta, con un'area di 6.700.000 km², patrimonio naturale inestimabile per la sua biodiversità unica al mondo, popolata da tribù che si differenziano fra loro per la lingua che si articola in ben 400 tipologie diverse, per non contare i dialetti.
L'espansione coloniale europea ha portato alla distruzione di alcune tribù, nonché al diffondersi di malattie infettive sconosciute per i popoli indigeni, riducendo drasticamente il numero delle popolazioni da circa 5 milioni a meno di 1/3.
Dalla fine del 1800 l'interesse economico per questa terra ha provocato danni sia alla natura incontaminata sia ai suoi abitanti: società dell'occidente hanno iniziato a sfruttare il territorio deforestando l'Amazzonia per ricavare terreni destinati all'agricoltura intensiva e all'industria mineraria, devastando completamente la biodiversità presente e uccidendo molti indigeni che si opponevano alla distruzione della loro casa, rendendoli così una piccola minoranza costretta a ritirarsi più internamente alla foresta o peggio, a venire relegati a vivere dentro delle riserve (stessa sorte per i veri abitanti dell'America, gli indiani, oggi ridotti a poche migliaia di persone che vivono in delle riserve, a cui hanno tolto tutto).
Famosa per la sua varietà faunistica e floreale, si stima che nella regione vivano circa 100 000 specie di invertebrati tra cui 2,5 milioni specie di insetti ,3 000 specie di pesci,1 300 specie di uccelli(si pensa che un quinto di tutti gli uccelli viva nella foresta amazzonica), 427 specie di mammiferi,400 specie di anfibi, 378 specie di rettili (https://it.wikipedia.org/wiki/Amazzonia ) e 40.000 tipi di piante. Nel solo Rio Negro ci sono almeno 3,000 specie di pesci!
Comprende più di 1,100 affluenti solamente del Rio delle Amazzoni, diciassette dei quali si estendono per più di mille miglia.
Studiando approfonditamente questa vasta regione, nel corso dei decenni, si sono scoperte vari tipi di animali sconosciuti al mondo quali il delfino rosa, la scimmia dalla coda di fuoco, la razza d'acqua dolce e sei specie di pesce gatto.
Altre specie invece si sono praticamente estinte a causa dei disboscamenti: l'Ara di Spix, il famoso pappagallo blu, il boa gigante e il piccolo coccodrillo di Cerrejon.
Veniva definito il "polmone del mondo" per la quantità di ossigeno che sprigionava dai suoi meravigliosi alberi; oggi è diventata una ciminiera di CO2: restituisce all’ atmosfera il doppio di quello che riesce ad assorbire, un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno. Perché? Chi è la causa?
Le grandi lobby hanno ottenuto dai governi la possibilità di bruciare e radere al suolo parti della foresta amazzonica per ottenere pascoli destinati all'agricoltura che servirà per foraggiare gli animali e per avere ulteriori pascoli per il bestiame stesso e con queste manovre illegali e irrispettose dell'ambiente, ogni anno perdiamo 15 miliardi di foresta!
La legna tagliata viene venduta al mercato illegale di legname, di cui l’Europa è il secondo importatore mondiale di deforestazione dopo la Cina: il 16% della distruzione forestale globale per cause commerciali deriva dai nostri consumi interni.
Contrabbando di animali esotici, deforestazione per l'allevamento del bestiame e l'agricoltura sono le azioni attuate dalle grandi imprese zootecniche e agro-alimentari che usano il metodo di tagliare e bruciare la foresta per liberare la terra dalla vegetazione, dagli animali e dalle popolazioni indigeni. Tutti perdono la loro casa in nome dell'economia irresponsabile e illegale dell'occidente, tutti perdiamo un pezzo di ossigeno, in nome dei paesi ricchi.
In una relazione pubblicata su Nature, dal 2010 al 2019 il bacino amazzonico brasiliano ha emesso 16,6 miliardi di tonnellate di CO2 mentre ne ha assorbite 13,9 di tonnellate.
Gli ecosistemi sono un alleato fondamentale nella battaglia per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica che nel 2019 hanno superato i 40 miliardi di tonnellate.
Ora è la nostra Madre Terra che usa tutte le sue armi per difendersi da questa aggressione dell'uomo e delle industrie: emette i veleni piuttosto che assorbirli!
Non sono più oasi naturali che trattengono la CO2, ma bacini naturali che emettono i gas trasformando nel tempo la foresta in una terra arida, deserta, senza più un filo di verde, con conseguenze davvero devastanti per tutto il pianeta.
Ma cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo? Tanto, ma va fatto subito, non c'è più tempo per pensare, per tergiversare e riflettere. ORA E' TEMPO DI AGIRE!
Il miglior modo per contrastare la deforestazione
è smettere di comprare cose inutili provenienti da paesi lontani,ma riciclare
è smettere di pensare che per essere felice devi comprare, comprare, comprare, sempre e in continuazione.
La vera felicità è potersi svegliare e apprezzare un uccellino che canta, un fiore che sboccia e un albero che respira, perché vuol dire che il mondo ancora esiste e non è andato distrutto.
Nella pratica quotidiana puoi salvare il Pianeta con semplici gesti:
comprando prodotti senza olio di palma;
comprando il cibo direttamente dal contadino della tua zona;
comprando una borraccia;
facendo il tuo orto, ove possibile;
non sprecando il cibo, ma riusarlo per creare nuovi piatti alternativi;
comprando vestiti fatti con tessuti meno impattanti come la canapa;
facendo il detersivo artigianale o comprando detersivi biologici alla spina, che riducono l'impatto ambientale
acquistando sempre carta riciclata
non acquistando frutta e verdura sigillate in confezioni di plastica e polistirolo
comprando prodotti di bellezza eco-sostenibili
Alla fine siamo noi a perdere per primi.
La Natura può vivere benissimo anche senza umani, gli umani senza Madre Natura ha i secondi contati.
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