Io sto con il sughero!
In Portogallo si dice che "se hai a cuore tuo nipote, pianta oggi una pianta da sughero!" e ci sono davvero tanti motivi per farlo.
Esistono editti del Re del Portogallo risalenti al Quattrocento che tutelano le piantagioni di sughero, ancor prima dell'avvento delle attuali certificazioni FSC.
Il materiale ha un impatto sull'ambiente pari a zero, in quanto trattasi di un materiale naturale vegetale che cresce sottraendo CO2 dall'ambiente e trasformandolo in ossigeno e crescendo conseguentemente attraverso la fotosintesi.
Il Portogallo è il primo produttore a livello mondiale!
E' un punto di riferimento con il suo 53% di produzione di pannelli di sughero ICB (Insulation Cork Board) sia per la quantità prodotta, sia per la qualità, la sostenibilità e la salubrità del prodotto che è certificato per la bioedilizia.
Infatti viene realizzato senza aggiunta di collanti, con un procedimento termico di espansione, mantenendolo sicuro per l'uomo e per l'ambiente.
Anche la sua estrazione non lede minimamente la pianta: la decortica (procedimento con il quale viene tolta la corteccia dall'albero) avviene ancora oggi manualmente, nel periodo estivo tra metà giugno e metà agosto. A causa del caldo, infatti, la quercia, trattenendo la parte più liquida, tende a staccare dal fusto la corteccia, così da permettere una facile estrazione con delle accette affilate.
La pianta viene decorticata una prima volta dopo 25 anni, successivamente ogni 9/10 anni. Solo per la realizzazione del tappo da sughero, invece, bisogna attendere 43 anni!
Le parti considerate di "seconda mano" cioè quelle che vengono ricavate anche dalla potatura dell'albero vengono recuperate ogni anno per la produzione di materiale bioedilizio.
Un albero speciale che ha moltissime doti:
le sue capacità di adattamento e resistenza le permettono di crescere rigogliosa in luoghi caratterizzati dalla siccità
hanno la capacità di preservare la biodiversità e l’equilibrio dell’ecosistema, contrastare l’erosione e l’impoverimento del suolo
la corteccia della sughera è ignifuga, cioè resiste agli incendi. Crescendo in paesi poveri di acqua, esposte a venti forti e molto sole sono davvero delle piante importanti per l'ecosistema
intrappola CO2, uno dei principali gas serra: ogni anno le sugherete del mediterraneo assorbono 14 milioni di tonnellate di CO2
La quercia da sughero nasce esclusivamente sulle coste del Mediterraneo, abbracciando anche paesi come l'Algeria, il Marocco, la Tunisia.
Anche l'Italia ha un piccolo record: la Sardegna produce il 90% del sughero nazionale seguita da Sicilia, Calabria, Lazio, Toscana e Campania.
Infine, le sugherete ospitano tante specie animali, alcune anche molto rare.
In Italia, per esempio, vivono il cinghiale, il riccio, la donnola, la volpe e il quercino, e numerose specie di uccelli come le cincie, la ghiandaia, il colombaccio, il merlo, il pettirosso, il fringuello, il picchio rosso maggiore o i più rari astore e sparviere, oltre a numerosi insetti (soprattutto farfalle e coleotteri) e piccoli rettili. Da non dimenticare in Sardegna il cervo sardo.
In altri paesi, invece, questi boschi proteggono la lince pardina (Spagna e Portogallo), l'aquila imperiale e il cervo berbero (paesi nordafricani).
L'utilizzo di questo materiale risale al secolo scorso; le costruzioni con il sughero, risalenti anche ai primi del Novecento, dimostrano che questo materiale non ha limiti di durata nel tempo.
Ad oggi, viene utilizzato per la produzione di pannelli isolanti, pavimenti tecnici multistrato e tappetini fonoassorbenti; è un materiale altamente resiliente, riesce a isolare sia dal caldo che dal freddo (a differenza del polistirolo che isola solo dal freddo). La sua struttura molecolare è composta da cellule che contengono aria e durante il processo di espansione la cellula si gonfia e diventa ancora più isolante.
Inoltre, l'uomo non ha apportato alcuna modifica alla sua naturale struttura: fu grazie ad un incendio che scoprirono che ad elevate temperature si verificava il rilascio di una resina che faceva da colla e questo rendeva il materiale facilmente assemblabile.
La casa del futuro deve avere materiali ormai ecosostenibili, a tutela dell'ambiente e dell'uomo, sempre rispettando gli habitat naturali degli animali. Considerare la nostra casa come un tutt'uno con la nostra Madre Terra è un atto di grande amore per il pianeta e per noi stessi. Pensiamoci su!
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