I guerrieri dell'Arcobaleno
Aggiornamento: 2 mag 2022
"Ci sarà un giorno in cui gli uccelli cadranno dal cielo, gli animali che popolano i boschi moriranno, il mare diventerà nero e i fiumi scorreranno avvelenati. Quel giorno, uomini di ogni razza si uniranno come guerrieri dell'arcobaleno per lottare contro la distruzione della Terra".
Questa è la leggenda degli indiani nordamericani Kwatkiutl, un popolo nato sulla costa nordoccidentale del Pacifico insieme anche ad altre tribù, che insieme avevano creato un villaggio in cui la ricchezza individuale e del gruppo, aveva una grande importanza, tanto da permettere la ridistribuzione fra tutto il popolo, durante il potlatch, una sorta di cerimonia nella quale il capo e il suo gruppo donavano i propri beni. Lo scopo principale era di consolidare il proprio status, per poter ricevere l'invito da altri potlatch e per riequilibrare la distribuzione dei beni tra i vari gruppi. Una sorta di democrazia egualitaria, per permettere a tutte le persone di poter vivere degnamente, senza soffrire la fame e patire la povertà.
Il Potlatch era una caratteristica radicata nelle tribù e nelle popolazioni native della costa Nord-Occidentale degli Stati Uniti e del Canada e il significato del termine vuol dire «dare», ogni evento era infatti un'occasione per festeggiare il potlatch: il cambio di nome o la morte di un membro di un clan, le prime mestruazioni delle fanciulle indiane, l’adozione di un ragazzo da parte di un clan, il passaggio di una carica di prestigio, ecc ecc. Chi organizzava il potlatch doveva raccogliere numerosi generi di mercanzia che doveva poi venire distribuita a tutti coloro che partecipavano alla festa.
Con il tempo, però, un concetto semplice e paritario fece emergere nei capi la sete di potere, la voglia di essere i più forti e di poter comandare su tutti.
I Potlatch si trasformarono con il tempo in veri e propri campi di battaglia: i Kwakiutl distruggevano molti dei doni che venivano distribuiti, uccidevano gli schiavi e addirittura incendiavano le abitazione, tutto per dimostrare agli altri quanto fosse grande la loro ricchezza.
Come spesso accade, ancora oggi, il potere cominciò a dare alla testa.
Ecco che allora la profezia iniziò a prendere un senso: l'uomo potente cominciò a distruggere tutto ciò che era legato da amore, amicizia, compassione e generosità per dar spazio all'avidità, al potere assoluto nelle mani di pochi che usavano la coercizione per comandare sul popolo indifeso.
Ma la profezia parla chiaro: ci sarà un risveglio delle coscienze, un risveglio che porterà i guerrieri dell'Arcobaleno a riprendersi la propria Terra, distrutta dall'odio, dall'egoismo, dalla dittatura, per riprendersi quella Terra martoriata e avvelenata dal pensiero di onnipotenza dei più forti.
Non ci saranno razze distinte e divise fra loro, ma solo umani risvegliati che cominceranno a ricostruire il nuovo mondo, consapevoli che il rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi è la base per la realizzazione di una nuova coscienza, comprendendo che tutto è connesso energeticamente e se fa male ad un altro essere vivente e’ come se facesse male a se stesso.
La profezia dei guerrieri dell'Arcobaleno risale a più di un secolo fa, ma al giorno d'oggi sembra ancora più vera e più aderente alla realtà.
Impariamo dal passato per creare un futuro migliore: noi siamo gli artefici del nostro cammino, solo noi possiamo decidere dove far girare il vento e possiamo farlo nel momento giusto, cioè.....all'improvviso!
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