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JBS - L’AZIENDA BRASILIANA PIÙ GRANDE AL MONDO DI PRODUZIONE DI CARNE


Jbs è la più grande azienda di lavorazione della carne del mondo, produce carne di manzo, pollo e maiale lavorati in fabbrica e vende anche sottoprodotti della lavorazione di queste carni.

Con sede a San Paolo, in Brasile, è stata fondata nel 1953 e ad oggi ha ben 150 stabilimenti sparsi nel pianeta.

I proprietari sono due fratelli, Joesley Batista e Wesley Batista, figli di un macellaio del Goiàs (stato centrale del Brasile): in pochi anni sono riusciti a trasformare la macelleria del padre in una grande azienda.

E' proprio questo ultimo scandalo, in cui i fratelli Batista si sono resi disponibili a rendere pubbliche le loro informazioni in cambio di uno sconto sulla pena, ha reso popolari i fratelli Batista, miliardari dall'età di 30 anni, che si spostano solo in elicottero.

Lo scandalo Car Wash ha coinvolto 1800 politici: nell'inchiesta emergono pagamenti illegali di oltre 5 miliardi di dollari a dirigenti di società e partiti politici, piccole imprese, come distributori di benzina e autolavaggi, per riciclare i profitti della criminalità. Le tangenti venivano elargite a tutti, in contanti o sotto forma di auto di lusso, costose opere d'arte, orologi Rolex, bottiglie di vino da $ 3.000, yacht ed elicotteri. Ingenti somme venivano depositate su conti bancari svizzeri o riciclate tramite accordi immobiliari all'estero o società più piccole.

Insomma, i fondatori della JBS erano riusciti ad arrivare al vertice del successo grazie a una miriade di elargizioni!


Coinvolta in casi di corruzione che implicavano molte figure della politica sudamericana, la JBS è nota anche per lo scandalo che la ritiene la causa principale della deforestazione della Foresta Amazzonica, utilizzata per creare terreni di pascolo per gli animali.


L'agenzia governativa IBAMA (istituto brasiliano per l'ambiente e le risorse naturali rinnovabili) ha attribuito a JBS l'acquisto di 59.000 capi bovini allevati in terre interdette al pascolo in quanto deforestate illegalmente e ha messo sotto embargo amministrativo due impianti di trasformazione dell'azienda.




Nel 2017, JBS viene coinvolta in un altro scandalo che viene battezzato ‘Carne Fraca’ (carne debole) ed è il più grande blitz mai realizzato dalla polizia federale nel Paese, un giro di corruzione per l'esportazione di carne bovina e polli in barba ai controlli. L'inchiesta ha svelato una immensa attività di adulterazione della carne che prevedeva:

  • l’uso di prodotti chimici per rendere appetibile visivamente la carne scaduta con l'impiego di acidi non permessi per l’uso alimentare.

  • iniezioni di acqua nei tranci di bovino per farli aumentare di peso

  • carne di pollo adulterata con l'aggiunta di carta

  • salsicce la cui composizione conteneva la testa del maiale


Oggi, la loro carne viene esportata in tutto il mondo; in Italia il marchio più rinomato del gruppo JBS è Rigamonti, azienda valtellinese specializzata in bresaole (prodotte però con carne di zebù brasiliano, un tipo di toro), il marchio italiano più famoso.

Ha siglato alleanze anche con altri marchi importanti quali Montana, Fiorani, Manzotin, Chef Express, Roadhouse e altri.

Ma non finisce qui l'escalation di questo grande marchio.


Il colosso delle carni ha fatto acquisti di aziende italiane con il marchio Dop!

Primo fra tutti il King’s Group, che tramite i marchi King’s e Principe, è presente in più di 20 paesi ed è leader di mercato nella produzione del Prosciutto di San Daniele D.O.P. , Prosciutto di Parma D.O.P. , GranSpeck e Prosciutto Veneto D.O.P.

In 10 anni, una macelleria a conduzione famigliare è diventata il numero 1 al mondo per la produzione di carne: un'impresa di grandi dimensioni, con un fatturato di 30 miliardi di dollari, oggi al terzo posto nel mondo nella classifica delle aziende alimentari dopo Nestlè e Kraft.




Oggi il colosso brasiliano della carne sta puntando sul mercato vegano, producendo la carne vegetale a base di legumi marcati Orzo, in sostituzione alla classica salsiccia brasiliano, il chorizo.


A prescindere dalla scelta etica sull'alimentazione che ognuno di noi ritiene più opportuna fare, un'azienda così grande non può assolutamente garantire sicurezza, igiene, salute per il prodotto finito. Marchi storici italiani svenduti e ridotti a alimento di basso valore per il mero denaro è una piaga che purtroppo sta dilagando sempre più.

Siamo sempre noi consumatori a indirizzare il mercato: l'acquisto di un prodotto Dop deve essere garantito in ogni suo stato della filiera, non deve ingannare l'acquirente e non deve ledere neanche la sua salute.

Avere un marchio tutto italiano solo perché il prodotto è stato lavorato in Italia, non vuol dire garantire la sua autenticità.

Dovremmo dire basta a queste prese in giro.

Il mondo degli affari va avanti grazie ai nostri acquisti, dobbiamo pretendere trasparenza e sincerità sui prodotti che compriamo.

Ora sappiamo chi c'è realmente dietro questi alimenti, sta a noi decidere se acquistarli oppure no.

Libero arbitrio si, ma solo dopo aver saputo la realtà dei fatti.


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