Delfinario: lo zoo-circo più triste del mondo.
Resiste ad ogni protesta degli animalisti, continua ad esistere nonostante le petizioni per la loro chiusura, riunisce centinaia di bambini urlanti e felici che accompagnati da suoni assordanti (inesistenti nel blu dell'oceano) rendono la vita dei poveri delfini una mera esistenza di piroette obbligate, carezze vietate dalla legge, fino a finire la propria vita prematuramente, senza aver goduto della libertà. Perché ad oggi ancora accade tutto ciò? Cosa spinge il genitore a portare i propri figli a vedere questo orrendo spettacolo di tortura e tristezza?
Facciamo un po' di chiarezza sull'argomento.
La parola "delfinario" viene descritta così: Un delfinario è un acquario per delfini. Questi sono generalmente mantenuti in grandi vasche, sebbene in alcuni casi essi vengano tenuti in recinti in mare aperto. Alcuni delfinari consistono di grandi piscine per l'intrattenimento del pubblico, altri sono stati trasformati in veri e propri parchi acquatici, in cui sono tenuti altri mammiferi marini e in cui sono presenti altre attrazioni. Un delfinario può anche essere parte di uno zoo. (https://it.wikipedia.org/wiki/Delfinario )
Senza voler essere un animalista o tanto meno un amante dei delfini in particolare, balza subito agli occhi che si tratta di un luogo dove questi splendidi esseri viventi sono RINCHIUSI , come può essere per un uccellino nella gabbia, o come per i pesci negli acquari, o un animale selvatico nel recito con sbarre di ferro. Non c'è differenza, nessuna. Vive, fino alla morte, in una vasca dove gira in tondo per tutta la sua giornata. E' come se un uomo si mettesse a vivere per tutta la vita dentro una stanza: non può uscire, non può correre, non può divertirsi, gli viene portato da mangiare e vegeta fino alla fine dei suoi giorni.
Fa strano pensarlo su una persona, vero?
Che differenza c'è con un animale? cosa ha lui meno di noi ? NULLA.
Il delfino è un essere molto intelligente, dall'aspetto simpatico e da sempre è l'animale preferito dei bambini e non solo. I suoi salti in mare aperto ammaliano anche gli adulti, infondendo quel senso di libertà che si cela dentro di noi.
Vediamo quali sono le differenze fra un delfino che vive in mare aperto o nel "divertentissimo" delfinario:
in mare nuotano per chilometri a 45km/h, in piscina girano in tondo tutto il giorno
in mare sono animali molto sociali e necessitano di interagire con i propri simili, in piscina assumono comportamenti ripetitivi, a volte aggressivi con la propria specie o con chi li addestra
in mare possono sviluppare il loro senso predatorio, in piscina questa abilità viene persa completamente in quanto il cibo viene somministrato dagli addetti del delfinario o addirittura utilizzato dagli addestratori come mezzo coercitivo per l'allenamento, privandoli in caso non ubbidissero al comando
in mare utilizzano il loro eco-localizzatore (organo molto sensibile alle variazioni di volume e quindi molto delicato) per ascoltare altri suoni che si espandono nel mare e parlare tra di loro, in piscina sono bombardati dalla musica, dai motori, dalle grida del pubblico che li disorienta, li stressa fortemente e finiscono per non comunicare più fra di loro, assorbiti da un caos continuo
in mare vivono fino a 45 anni, quelli catturati in mare muoiono entro 2 anni, mentre gli altri arriveranno al massimo a 5 anni di vita nella vasca
in mare la causa di mortalità è associata al percorso naturale di vita, in piscina , invece, il delfino muore per malattie dovute a batteri che si prendono nelle vasche, oltre alla più deprimente casistica: suicidio per asfissia auto-indotta. Per informazioni più approfondite, consiglio di leggere questo articolo che spiega in modo esaustivo l'amara realtà con un caso accaduto realmente: Quando i delfini smettono di respirare: da Flipper a Gardaland storia di delfini suicidihttps://www.vetclick.it/2013/10/30/quando-i-delfini-smettono-di-respirare-da-flipper-a-gardaland-storia-di-delfini-suicidi/
Sono tanti i casi di addestratori che hanno lavorato nel delfinari e che dopo tanti anni si sono resi conto del lager in cui vivono queste povere creature e hanno abbandonato tutto, rivoluzionando la propria vita, spendendo ogni energia per aiutarli e impegnandosi a far chiudere definitivamente questi luoghi ormai assurdi:
Richard ‘O Barry, ex addestratore , ha messo a disposizione la sua enorme esperienza nel film The Cove(il documentario rivelazione vincitore di numerosi premi, tra cui anche il premio Oscar come miglior documentario)
Blackfish, il documentario uscito nel 2013, diretto dalla regista Gabriela Couperthwaite, racconta la storia vera di Tilikum, un’orca che nei suoi trenta anni di reclusione, ha ucciso tre persone ma, soprattutto denuncia i maltrattamenti riservati alle orche nei parchi acquatici, documentando il dramma di questi animali.
Kendall Williams, della Geography Major all’Università della California, Berkeley, ha costruito una mappa che riassume la totalità dei delfinari nel mondo, con la speranza di sensibilizzare il pubblico e renderli coscienti dell'inutilità di questi luoghi di divertimento, solo per gli umani.
Albert Lopez, ha lavorato per 30 anni come addestratore di delfini e altri cetacei in zoo e parchi acquatici a Barcellona, all’Oltremare di Riccione e all’acquario di Genova. Poi ha mollato tutto: il suo sforzo per cercare di cambiare lo stile di vita dei delfini è risultato vano e la loro prigionia e sofferenza lo ha portato a smettere di fare questo lavoro. Ad oggi collabora con SOSdelfines (è una campagna FAADA nata per esporre i problemi dei cetacei che vivono in cattività nei delfinari di tutto il mondo e per cercare soluzioni che offrano una vita migliore a quegli animali sfruttati da tanti anni.)
I delfini che vivono dentro i delfinari provengono inizialmente da commerci illegali, vengono catturati nella baia di Taiji, in Giappone e dopo essere ammaestrati possono essere venduti anche fino a 100.000 dollari.
Ad oggi, la legge vieta di acquistare delfini dal commercio illegale, anche se ci sono molti documentari-denuncia che svelano la stretta alleanza tra l’industria dei parchi acquatici e le comunità di pescatori giapponesi.
Ma il calvario di una vita nel delfinario è una dura realtà per molti altri animali, come le orche, i leoni marini e altre specie che ogni tanto popolano le strutture.
Foche costrette ad abbellirsi con cravattini ridicoli per far ridere il pubblico e poi piroettare con una palla sul naso. Ma lo ha chiesto lei di farlo?
Un'orca costretta a saltellare fuori dall'acqua per ricevere lo spruzzo di una pompa dentro la bocca.
Sicuramente un rituale che è abituata a fare in natura!
Direi che siamo arrivati ad un punto in cui la libertà che tanto l'essere umano insegue e persegue sia data anche a coloro che, senza alcuna colpa, sono stati costretti a sopravvivere in questi luoghi ...che rendono felici i bambini. Credo che si possa insegnare però ai più piccoli, che non tutti gli animali si possono vedere dal vivo, perché bisogna rispettare la loro vita, il loro habitat, la loro natura selvaggia e poterli vedere su un semplice schermo della tv è il gesto d'amore più bello che si possa adottare.
E i bambini sanno bene quanto è importante ricevere amore.
Liberiamoli tutti, per sempre! Non andiamo più nei delfinari!
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