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"Convenzione sulla diversità biologica", che cos'è?


La Convenzione sulla diversità biologica (CBD, in inglese Convention on Biological Diversity) è un trattato internazionale adottato nel 1992 al fine di tutelare la diversità biologica (o biodiversità), l'utilizzazione durevole dei suoi elementi e la ripartizione giusta dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche.

Al Vertice sulla Terra, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, è stato firmato questo accordo che si focalizza su 4 punti importanti, da attuarsi entro il 2020:

  1. ridurre in maniera significativa, entro il 2020, il tasso di perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE.

  2. arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE.

  3. arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE e, nei limiti del possibile, ripristinarli.

  4. arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE, nei limiti del possibile ripristinarli e incrementare il contributo dell'UE per evitare la perdita di biodiversità a livello mondiale.

Ma come si dovrebbe conservare questa biodiversità? Quali sono le azioni concrete che ognuno dei 193 paesi nel mondo aderenti alla convenzione devono mettere in pratica?

Le azioni di cooperazione fra stati sono fondamentali e tutte si focalizzano sui seguenti punti:

  • stabilire e gestire adeguatamente le aree protette, tutelando gli ecosistemi e gli habitat naturali;

  • promuovere lo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile nelle zone adiacenti alle aree protette

  • ripristinare gli ecosistemi degradati e sostenere il recupero delle specie minacciate;

  • regolare, gestire o controllare i rischi connessi con l’utilizzo e l’emissione di organismi viventi modificati dalla biotecnologia (ovvero gli organismi geneticamente modificati);

  • conservare la biodiversità:

  • prevenire l’introduzione, controllare o sradicare le specie esotiche invasive;

  • proteggere e incoraggiare l’uso tradizionale delle risorse biologiche;

  • adottare misure di conservazione complementari.

Tutti i governi si dovranno impegnare per condividere le tecnologie, scambiarsi informazioni, cooperare a livello scientifico e condividere i risultati ottenuti fra di loro. Per i paesi in via di sviluppo, gli aiuti economici arriveranno dal Fondo mondiale per l’ambiente , il quale riceve i finanziamenti da 40 paesi donatori sparsi in tutto il mondo e in ogni continente.

Successivamente, nell’ottobre 2010 a Nagoya, in Giappone, gli stati aderenti alla convenzione hanno concordato un piano strategico decennale per contrastare la perdita della biodiversità e hanno definito 20 obiettivi, noti come gli obiettivi di Aichi, che di seguito vi riportiamo, ma che potete approfondire sul link https://www.cbd.int/sp/targets/#GoalB:

  • Obiettivo strategico A : affrontare le cause alla base della perdita di biodiversità integrando la biodiversità tra il governo e la società

  • Obiettivo strategico B : ridurre le pressioni dirette sulla biodiversità e promuovere l'uso sostenibile

  • Obiettivo strategico C : migliorare lo stato della biodiversità salvaguardando gli ecosistemi, le specie e la diversità genetica

  • Obiettivo strategico D : aumentare i benefici per tutti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici

  • Obiettivo strategico E : migliorare l'attuazione attraverso la pianificazione partecipativa, la gestione della conoscenza e lo sviluppo delle capacità.

Il 2010 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale della Biodiversità”, per portare alla ribalta del mondo intero la questione dell’impoverimento ambientale del pianeta a seguito della distruzione sconsiderata di habitat naturali preziosi per il pianeta, degli ecosistemi fragili, delle specie in via d'estinzione e delle inevitabili conseguenze sul benessere umano. (per approfondimenti https://www.mite.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/Strategia_Nazionale_per_la_Biodiversita.pdf ).


Tutta questa spiegazione dettagliata è stata riportata con un motivo ben preciso: cosa è stato attuato dal 1992 al 2010? Nulla.

Allora, dopo il 2010 fino al 2019 (tralasciamo fuori gli anni in cui il Covid-19 ha impedito una normale gestione delle realtà di ogni nazione al mondo!)? Nulla.


L’argomento non è stato trattato ed è rimasto del tutto al di fuori delle preoccupazioni della politica, restando un problema marginale da sbrogliare rivolto solo ad un gruppo esiguo di scienziati o di addetti ai lavori, evitando scientemente di mettere a conoscenza dei cittadini la problematica importante da affrontare.

Il traguardo fissato al 2020 ormai è stato superato ampiamente, i tempi non sono stati sufficienti per far rispettare l'obiettivo della Convenzione sulla Bio Diversità perché nel frattempo ogni nazione ha pensato ad impiegare la proprie risorse economiche su altri versanti quali la tecnologia digitale.....

Ad oggi, la concentrazione europeista e non solo, è rivolta alla digitalizzazione, alla creazione di un mondo basato su un grande cielo invaso di satelliti che dovranno permettere di avere una copertura di rete al 100% per tutto il pianeta Terra. I finanziamenti che vengono stanziati dall'Europa e dagli altri continenti, non si concedono più per la conservazione della Bio Diversità, ma trattano argomenti che riguardano:

- la razionalizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione e lo sviluppo dei servizi pubblici digitali,

- migliorare la connettività, anche tramite un'ampia diffusione di reti di telecomunicazione (TLC) ad altissima capacità,

- i costi per gli utenti devono essere sostenibili,

- la velocità di realizzazione della rete deve essere aumentata,

- i Piani devono inoltre sostenere la ricerca e sviluppo (R&S) nelle TLC

- adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese, in particolare delle piccole e medie,

- competenze digitali di cittadini e lavoratori devono aumentare, così come la loro capacità di accesso a strumenti e servizi digitali. (per approfondimenti https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf )



Ma allora...gli habitat in via d'estinzione, le specie a rischio, la salvaguardia della salute del popolo, la conservazione della bio diversità per poter avere un futuro migliore e la speranza che l'essere umano non rientri fra le specie in via d'estizione...che fine ha fatto ? La preoccupazione ora è svanita nel Nulla, come le azioni che hanno intrapreso: nulla.


Obiettivo 13 della Convenzione sulla Bio Diversità, non rispettato, era il seguente:

Sapete cos'è l'erosione genetica?

Fenomeno per il quale si verifica perdita di:

  • specie,

  • razze/varietà/popolazioni,

  • alleli.

L’esasperazione dell’erosione genetica porta all’estinzione di popolazioni, specie e sistemi.

Vogliamo aggiungere altro? Si, che i finanziamenti vengano destinati a questa giusta causa che attende da ben 29 anni, la salvaguardia della Bio Diversità.




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