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Bicicletta, un senso di libertà.

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Un mezzo di trasporto allegro, conviviale, ecologico e salutare che da più di 200 anni fa parte della vita di ogni famiglia.

Utilizzare la bicicletta fa bene alla salute, è innegabile!

E' un modo per fare sport in moltissime situazioni, anche per intraprendere piccoli spostamenti (come andare a fare la spesa), da soli o in compagnia: è un emblema di mobilità sociale molto importante.

Forse non tutti sanno che la bicicletta è stata inventata in un momento di crisi ambientale verificatasi nel sud-est asiatico a causa dell'eruzione del vulcano Tambora. Fu definito "l'anno senza estate" perché l'enorme quantità di ceneri e lapilli che rimase nell'atmosfera oscurò una gran parte dell'emisfero nord.

La mancanza di luce fece perdere tutti i raccolti, gli animali morirono e si affrontò un lungo periodo di carestia. La leggenda narra che fu un aristocratico tedesco, Karl Drais, a inventare un metodo per svincolare le persone dall'abitudine di utilizzare gli animali da traino. Inventò la "macchina da corsa", una bicicletta simile a quella attuale, ma senza pedali, chiamata draisina.


Tra la fine dell'800 e i primi del 900, la bicicletta conosciuta come quella che abbiamo oggi, era considerata uno status symbol: utilizzata dalle persone importanti, dalle femministe come mezzo di emancipazione, prese piede fino a quando subentrò la motorizzazione che dall'America sbarcò fin in Europa e relegando la nostra "amica" ecologica a mero strumento di gioco per i bambini.

Oggi per fortuna non è così!

La riscoperta del mezzo come trasporto quotidiano per andare a lavorare (esistono biciclette pieghevoli che si possono portare tranquillamente in metropolitana), per spostamenti quotidiani, per condividere momenti di svago all'aria aperta, sta prendendo piede.

Il ritorno ad una vita più semplice e a dimensione di uomo, la riscoperta della tranquilla e rilassante pedalata che ci permette anche di guardare il panorama che ci circonda sono tutti motivi che stanno spingendo verso questo acquisto economico, ecologico e culturale.


Ovviamente bisogna fare i conti con la realtà delle città moderne che sempre meno hanno creato spazi per poter circolare con la bicicletta.

Solo negli ultimi anni (direi proprio gli ultimi due!!!!), le grandi città hanno cercato di costruire piste ciclabili per renderle più sostenibili.

Ci sono città sicuramente più virtuose che da anni hanno adottato questa modalità di trasporto come Copenhagen, Amsterdam, Utrecht, Anversa, Strasburgo, Bordeaux, Oslo, Parigi, Vienna, Helsinki.

Anche in Italia ci sono delle città che si stanno allineando a questa nuova mobilità su due ruote: Pesaro, Bolzano, Ravenna, Reggio Emilia, Pisa, Padova, Trento, Forlì.

Purtroppo dalla lista si evince che non ci sono le grandi metropoli del territorio italiano! La corsa alla folle e incontrollata costruzione selvaggia, a discapito anche di zone in cui vivevano animali che sono stati sfollati nel vero senso della parola, ha ristretto lo spazio per poter attuare una viabilità più sana e più ecologica per tutti.

Creare oggi una mobilità sostenibile vuol dire reinventare il territorio, aumentare e migliorare il trasporto pubblico, ridisegnare la viabilità con ingenti costi per lo stato e quindi per i cittadini. Questa è la dura verità!

Fin d'ora bisogna avere un piano di rinnovamento ben preciso e attendere molti anni prima che una metropoli possa diventare ecosostenibile al 100%.

I cittadini ci mettono la buona volontà, ma i politici devono fare la loro parte senza disperdere le risorse economiche in voli pindarici fatti di promesse e restrizioni senza senso.

Negli anni '70, in Olanda, c'era un traffico insostenibile che causava un numero elevato di morti ogni giorno. Fu proprio il movimento "fermiamo la strage di bambini" (Stop de Kindermoord) che riuscì a realizzare l'Olanda ciclabile che esiste oggi.

Basta tanta buona volontà e serietà di intenti.



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"Non andare dove il sentiero ti può portare. Vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia"

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