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5G, questo sconosciuto.

Aggiornamento: 17 mag 2021



Il 5G è la quinta generazione della tecnologia mobile e cellulare, un'innovazione che permetterà di navigare più velocemente, di collegare dispositivi wireless come un semaforo o un lampione, un cambiamento radicale della vita quotidiana di tutti noi. Diventeremo la "Gigabyte society", come viene anche definita, con una smart city (con la gestione smart dei parcheggi, che si traduce in servizi e qualità della vita migliori per cittadini e popolazione....come se fosse questo il vero problema della vita quotidiana delle persone!), smart home, automazione delle produzione nelle industrie, connessioni mobili ad altissima velocità. La nostra vita sarà basata sul nuovo futuro IOT (Internet of things): secondo le stime il 5G consentirà di passare dagli attuali 20 miliardi di dispositivi connessi ai 76 miliardi ipotizzati per il 2025. Per avere tutte queste "agevolazioni irrinunciabili" dovranno semplicemente aumentare in modo esponenziale la copertura di rete e non basarsi più sulla fibra ottica che utilizza ora la tecnologia 4G, ma dovranno installare antenne, migliaia di antenne, milioni per poter avere una copertura perfetta su tutto il pianeta, saremo sommersi da onde millimetriche ad altissima frequenza, mai utilizzate finora e qui subentra il "principio di precauzione" con il quale se non ci sono sufficienti prove non si attua l'innovazione. Sul sito della Camera dei deputati esiste una mozione del 2019(link:https://documenti.camera.it/leg18/resoconti/assemblea/html/sed0233/leg.18.sed0233.allegato_a.pdf) di cui riporto uno stralcio "

"le radiofrequenze del wireless di quinta generazione, meglio conosciute come 5G, dal 2019 sono considerate pericolose dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti della Comunità europea (Scheer), notoriamente negazionista sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici. Lo Scheer afferma che il «5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche» e ancora "i campi elettromagnetici a radiofrequenza (Cem-Rf) promuovono lo stress ossidativo, una condizione implicata nello sviluppo del cancro, in diverse malattie acute e croniche e nell'omeostasi vascolare. Recenti studi hanno anche suggerito effetti sulla riproduzione, metabolici e neurologici in grado di alterare la resistenza batterica agli antibiotici. Quest'anno l'Alleanza contro il cancro (fondata nel 2002 dal Ministero della salute e di cui fa parte l'Istituto superiore di sanità) ha ufficializzato un progetto di studio sul glioblastoma, tumore maligno del cervello, per il quale sono ipotizzate correlazioni con le onde elettromagnetiche...".



Noi non siamo contro la tecnologia, non useremmo internet, ma ci domandiamo come mai tutta questa fretta, perché non si può continuare a testare questa tecnologia, prendersi più tempo per fare valutazioni più approfondite, poter leggere pareri da parte dei comitati scientifici che non cambino idea all'improvviso, quanto ancora il vantaggio economico vincerà sulla salute degli umani? In un momento così particolare della nostra vita, quando ancora esiste la fame nel mondo, quando esistono ancora paesi sottosviluppati, quando le guerre civili persistono, è così utile investire soldi per permettere maggiore velocità di trasmissione dei dati, tempi di risposta più rapidi e la possibilità di gestire un numero molto superiore di connessioni in contemporanea? Questi vantaggi sono principalmente per i paesi già industrializzati, dove la tecnologia è già esistente e vuole essere perfezionata. E il resto del mondo?

Può sembrare un'utopia, ma la civilizzazione di un pianeta non è avere paesi di classe B e paesi di classe A, ma avere un obiettivo comune di benessere.

E' come se avessimo un figlio che sta male e deve essere curato da anni: all'improvviso abbiamo i soldi per provvedere alla sua salute e invece di investirli in medicine o terapie, li investissimo acquistando il Suv più veloce, nonostante abbiamo già un'automobile funzionante. Non è una follia? A voi la riflessione.

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"Non andare dove il sentiero ti può portare. Vai invece dove il sentiero non c'è ancora e lascia dietro di te una traccia"

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